Le navi delle Ong hanno soccorso nel 2023 meno del 10% dei migranti arrivati in Italia, un numero ridotto rispetto al totale degli sbarchi che secondo l'ultimo cruscotto statistico giornaliero del Viminale sono 133.171. A fornire le cifre è anche l'Istituto per gli studi di politica internazionale (Ispi) secondo cui, da inizio gennaio a oggi, navi e imbarcazioni delle organizzazioni non governative hanno soccorso e sbarcato in Italia circa 10.500 migranti, l'8% del totale. Lo scorso anno la percentuale dei soccorsi raggiungeva il 14%, ma i numeri complessivi erano minori. Le stime sono ancora più basse secondo il governo: una settimana fa il ministro della Difesa Guido Crosetto aveva affermato che quel dato si attesta al 5%. Gli ultimi arrivi di queste ore riguardano i naufraghi della Louise Michel, con a bordo 45 persone, e della Geo Barents, con 61, attese rispettivamente nei porti di Pozzallo e di Civitavecchia.

Al momento, sulle diciannove ong attive nel Mediterraneo, in quindici si trovano con le proprie navi non molto distanti dalle coste italiane (non tutte necessariamente dirette in Italia) oppure sono ancorate nei porti del nostro Paese. Ci sono le tedesche Aurora Sar (di Sea Watch), Trotamar III (Granzelosv - People in Motion) e la Louise Michel (della società Handbreit Nautical Safety Solutons, conosciuta come la nave di Banksy, perché finanziata anche dal noto artista). Ma anche quelle delle ong italiane Resq People (la nave batte bandiera tedesca), di Emergency (la sua Life Support batte bandiera panamense) e la Geo Barents (la nave, con bandiera norvegese, è della onlus francese, svizzera, spagnola, olandese e belga di Medici Senza Frontiere) oltre alla spagnola Open Arms. Le altre dodici navi sono ferme nei porti: tra queste la Mare Jonio della italiana Mediterranea e la Sea Punk 1 (batte bandiera del Regno Unito ed è della società tedesca Sea Punks), si trovano nei porti di Trapani e Augusta dove sono sottoposte a fermo amministrativo in attesa del ripristino delle anomalie emerse nel corso delle ispezioni della Guardia Costiera.

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Dieci navi delle organizzazioni non governative impegnate per i salvataggi battono bandiera tedesca. Tra queste c'è la Sea Eye, con sede a Ratisbona, in Germania, e la Sos Humanity: entrambe saranno finanziate dal ministero degli Esteri di Berlino assieme alla comunità di Sant'Egidio, fondata in Italia, che è particolarmente impegnata sul fronte dell'accoglienza. La stessa ministra tedesca degli Esteri, Annalena Baerbock, ha confermato che per tre casi i finanziamenti di Berlino sono "imminenti". La Sea Eye ha inoltre confermato che dalla Germania riceverà per il 2023 "in totale 365mila euro" mentre alla Sos Humanity andrebbero 790mila euro.

Non sono facili i rapporti delle ong con le autorità europee. Nel 2022 la tedesca Sea Watch ha presentato davanti alla corte di giustizia dell'Unione europea una denuncia contro Frontex (l'agenzia europea della guardia di frontiera) per un caso di respingimento verso la Libia nel 2021. L'11 ottobre è prevista la prossima udienza. Oltre alle polemiche ci sono anche encomi: è stato assegnato alla francese Sos Mediterranee (la sua nave Ocean Viking batte bandiera norvegese) il cosiddetto premio Nobel alternativo. Nella motivazione del riconoscimento si legge che il premio è stato assegnato all'ong per "le sue operazioni umanitarie di ricerca e salvataggio che hanno consentito di salvare vite umane nel mare Mediterraneo".