Berlino - Hanno salvato la cancelliera "al tramonto", restituendole lo scettro. A quasi sei mesi dalle elezioni, Angela Merkel potrà formare il suo quarto governo, grazie ai socialdemocratici tedeschi, che hanno detto un chiaro e definitivo sì alla Grosse Koalition. Dopo settimane di aspro dibattito interno, in cui il partito si è drammaticamente diviso, la base dell'Spd si è espressa in modo inequivocabile a favore di una nuova edizione del governo con l'Unione (Cdu-Csu), con il 66,02% dei consensiSono 239.604 adesioni, contro 123.329 contrari. E la partecipazione è stata molto forte: il 78,39% dei 463.723 aventi diritto.

Lo spoglio è durato tutta la notte di sabato 3 marzo, e il risultato è stato annunciato domenica mattina alla Willy-Brandt-Haus: "C'è chiarezza, entreremo nel prossimo governo", ha affermato perentorio e serio Olaf Scholz, commissario del partito e futuro vicecancelliere con delega alle Finanze. "Sono lieta di collaborare di nuovo, per il bene del Paese", ha twittato subito dopo Angela Merkel.

Con una leader obiettivamente ridimensionata, il 'Merkel IV' è un governo molto atteso, soprattutto in EuropaEmmanuel Macron, si è ripetuto spesso in Germania, ha bisogno di Berlino per approfondire l'integrazione dell'eurozona. E infatti il capo dell'Eliseo ha subito salutato il via libera dell'Spd come "una buona notizia per l'Europa". Anche per l'Italia, alle prese con il voto, l'epilogo tedesco di una vera e propria corsa a ostacoli - dal traumatico fallimento del tentativo 'giamaica', con Verdi e liberali, a quest'ultimo decisivo referendum - è molto promettente: pur avendo incassato una clamorosa sconfitta il 24 settembre (con il 20,5%), i socialdemocratici sono riusciti a imporsi nelle trattative, strappando sei ministeri, fra cui Esteri, Lavoro e soprattutto Finanze, dopo anni di austerity dettati dall'ex mastino dei conti Wolfgang Schaeuble, ora alla guida del Bundestag. Il diktat del risparmio potrebbe essere storia. E anche il programma è fortemente segnato dalla "solidarietà", soprattutto nel capitolo Ue, il primo dell'accordo, che punta in modo inequivocabile su crescita e investimenti. "Non è stata una decisione facile - ha sottolineato Scholz -. C'è stata una discussione trasparente e aperta sul contratto di coalizione cui hanno partecipato molti membri. Nel dibattito siamo cresciuti ancora insieme, e questo ci dà la forza di cui abbiamo bisogno per governare e portare il Paese nella direzione giusta. E ci dà la forza per il processo di rinnovamento già avviato".

Il contegno estremamente controllato del sempre asciutto sindaco di Amburgo ha fatto storcere molti nasi. "Manca la passione per questa Grosse Koalition", ha ammesso la vicepresidente Malu Dreyer. Ma non esultare oggi è parte della strategia necessaria per mantenere il partito unito: un terzo ha votato contro, insieme ai giovani dello Juso di Kevin Kuehnert, oggi "deluso", che volevano far cadere Merkel. "Restiamo insieme", è l'affermazione della presidente in pectore (al voto il 22 aprile) Andrea Nahles. Quasi un appello, in un partito che i sondaggi danno al 16%, record minimo storico. Anche fra i cristiano democratici c'è sollievo: "Una buona decisione per il paese", per la neosegretaria Kramp-Karrenbauer. "Ci sono i presupposti perché la Germania resti forte", ha aggiunto il presidente dell'Assia Volker Bouffier, rivolgendosi a quei conservatori che tifavano per un governo di minoranza pur di non fare troppe concessioni all'Spd che "vuole gli eurobond", secondo i falchi alla Carsten Linnemann. Merkel però, nei giorni scorsi, ha pacificato il partito, nominando la nuova segretaria generale - la fidata Annegret, che ha trionfato con un plebiscito - e accogliendo nel gabinetto perfino l'avversario Jens Spahn.

In una situazione molto complessa, la cancelliera, che dovrebbe essere rieletta il 14 marzo nel Bundestag, ha dimostrato ancora una volta di saper trovare il compromesso per portare a casa il risultato. C'è una vittima politica: Martin Schulz è fuori dai giochi, 'caduto' nelle giravolte di questa lunga partita. "Sono contento del risultato - ha detto laconicamente oggi -. Porterà avanti l'Europa e la Germania, e rafforzerà l'Spd".

TOTOMINISTRI: 6 SPD, SCHOLZ ALLE FINANZE - Al tavolo delle trattative con l'Unione, i socialdemocratici tedeschi hanno ottenuto 6 ministeri, e intendono destinarvi "3 donne e 3 uomini", ha annunciato il vicecancelliere in pectore, che avrà la delega alle Finanze, Olaf Scholz. Ma per l'ufficializzazione dei ministri dell'Spd bisognerà attendere ancora qualche giorno. Se Angela Merkel ha sistemato le cose in casa sua la settimana scorsa, dopo il voto dell'Spd che ha dato il via libera oggi all'esecutivo con la cancelliera, l'ultima incognita resta l'elenco dei socialdem: per non incorrere in polemiche dannose per il partito, hanno rimandato al 12 marzo l'annuncio dei nomi della squadra di governo.

Ancora incerto è, ad esempio, chi ricoprirà il ruolo di ministro degli Esteri. Dopo lo scontro con Martin Schulz, Sigmar Gabriel ha perso molti punti. Motivo principale dell'avversione diffusa a una conferma dell'attuale capo della diplomazia, la frase infelice pronunciata contro l'ex leader del partito, proprio a causa della contesa sul dicastero: "Mia figlia dice che è meglio stare con loro piuttosto che con l'uomo con i capelli in faccia", sbottò Gabriel all'indomani della decisione di Schulz di prendersi il ministero degli Esteri. Parole che indignarono media e politica. Per la stessa casella vengono fatti i nomi di Katarina Barley, 49 anni, Heiko Maas, ministro uscente della Giustizia, e Thomas Oppermann, 63 anni, ex capogruppo parlamentare.

Per il ministero del Lavoro, terzo dicastero cruciale, vengono presi in considerazione Hubertus Heil, 45 anni, e la stessa Barley. Figlia di un giornalista britannico e di un'insegnante tedesca, questa giurista di alto profilo che ha mollato il diritto per dedicarsi alla politica è chiaramente in ascesa fra i socialdemocratici. Alla Giustizia potrebbe essere confermato Maas o potrebbe arrivare Eva Hoegl. Infine Christina Kampmann (37), o la 'ossi' (dell'est della Germania) Franziska Giffey, 39 anni, potrebbero andare al ministero della Famiglia, e Matthias Miersch all'Ambiente.

 

 {
 "excerpt": "La cancelliera esulta: \"Insieme per il bene della Germania\". Occhi puntati sugli Esteri dopo la rinuncia di Schulz.",
 "creationDate": "2018-03-05",
 "permalink": "https://ednh.news/it/spd-approva-la-grande-coalizione-via-al-governo-merkel/",
 "language": "it",
 "categories": "L'anno elettorale",
 "media": "Infografica|Video",
 "imageFeatured": "https://ednh.news/wp-content/uploads/2018/02/180222-99-190057.jpg",
 "status": "publish",
 "authorId": "7",
 "author": "ansa"
}