Roma - Quattordici tra le principali utilities europee quotate mettono a rischio 14 miliardi di euro di profitto, mancando gli obiettivi climatici previsti dall'Accordo di Parigi. Lo rivela un rapporto Carbon Disclosure Project, database internazionale sulle politiche di gestione del cambiamento climatico (CDP), dal titolo "Charged or Static".

Le quattordici imprese europee individuate da CDP superano infatti i valori limite di emissione di CO2 di 1,3 miliardi di tonnellate, l'equivalente dell'emissione annuale del Giappone. A rischio sono aziende europee come RWE (Rheinisch-Westfälisches Elektrizitätswerk) ed Endesa, che superano i valori limite di emissione di CO2.

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L'industria dipende fortemente dai combustibili fossili per la produzione di energia, nonostante gli obiettivi fissati dall'Unione europea per le rinnovabili.  L'intero settore globale dei servizi di pubblica utilità è responsabile del 25% totale delle emissioni, ed è necessario che riduca di più di due terzi (67%) le emissioni di gas a effetto serra entro il 2030, per allinearsi con gli obiettivi stabiliti dall'Accordo di Parigi.

La possibilità di un'inversione di tendenza a breve termine è limitata, a causa degli investimenti di capitale a lungo termine nelle centrali elettriche a combustibili fossili. Le compagnie hanno comunque incrementato il loro portafoglio di energie rinnovabili, e queste ultime hanno fornito il 20% dell'elettricità prodotta nel 2016.

Verbund (Austria), Iberdrola (Spagna), Fortum (Finlandia) e Enel (Italia) sono le compagnie che riportano i risultati migliori per quanto riguarda i parametri relativi all'emissione di CO2. Rwe (Germania), CEZ (Repubblica Ceca), Endesa (Spagna) ed EnBW (Germania) si posizionano invece in fondo alla classifica tra le compagnie analizzate.

Enel si posiziona al primo posto nella categoria 'opportunità di transizione', grazie all'obiettivo di crescita delle rinnovabili fino al 54% entro il 2020. Entro il 2050 Enel prevede la neutralizzazione delle emissioni di carbonio, e gli obiettivi di riduzione delle sue emissioni sono stati dichiarati compatibili con quelli di riscaldamento globale limitato alla soglia dei 2°C dalla Science Based Targets initiative.

 

 

 

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