Bruxelles - I ministri dell'Economia e delle finanze dei 27 Stati membri hanno dato il via libera ai Pnrr di dodici Paesi. Oltre a quello dell'Italia l'ok è arrivato per quelli di Austria, Belgio, Danimarca, Francia, Germania, Grecia, Lettonia, Lussemburgo, Portogallo, Slovacchia e Spagna.

"Tutti i 12 Stati membri hanno chiesto un prefinanziamento dai fondi loro assegnati. Le decisioni adottate oggi dal Consiglio costituiscono l'ultima tappa prima che gli Stati possano concludere convenzioni di sovvenzione e accordi di prestito con la Commissione e iniziare a ricevere fondi per attuare i rispettivi piani nazionali", hanno scritto i ministri nel comunicato finale. Per il presidente di turno dell'Ecofin, il ministro sloveno Andrej Šircelj, le decisioni "rappresentano un importante passo avanti nella ripresa economica europea", poiché "consentiranno agli Stati membri di utilizzare i fondi non solo per uscire dalla crisi Covid-19, ma anche per creare un'Europa resiliente, più verde e più digitale, innovativa e competitiva per le prossime generazioni dell'Ue".

Il Next Generation EU ammonta nel complesso a 750 miliardi di euro e comprende 7 strumenti. I due principali sono la Recovery and Resilience Facility (Rrf) e il programma ReactEU. Recovery and Resilience Facility è il cuore del fondo: 312,5 miliardi di euro in sussidi e 360 miliardi di euro in prestiti. ReactEU vale invece 47,5 miliardi di euro in sussidi veicolati attraverso la politica di coesione verso i territori più colpiti dalla crisi.

C'è chi ha puntato di più sulla transizione verde, chi invece su quella digitale. Ma con il via libera ai loro piani nazionali di ripresa e resilienza incassato oggi all'Ecofin tutti e quattro i Big europei - Italia, Germania, Francia e Spagna - si preparano a trainare la ripresa dell'Europa. Ecco i piani a confronto:

ITALIA - Il Pnrr farà arrivare al Paese in tutto 191,5 miliardi entro il 2026. Di questi, 68,9 sono sovvenzioni e 122,6 sono prestiti. Alle priorità ambientali sono dedicati 86 miliardi, con significativi investimenti nell’adattamento ai cambiamenti climatici. Metà delle risorse per la mobilità e le infrastrutture ‘verdi’ andranno al sistema ferroviario: soprattutto i treni ad alta velocità. Sono previsti ingenti investimenti in energie rinnovabili, smart grid e idrogeno. Alla digitalizzazione andranno invece 42 miliardi.

FRANCIA - Per Parigi la priorità è la transizione climatica, a cui dedicherà la metà dei suoi 39,4 miliardi di sovvenzioni. Buona parte (6,5 miliardi) andrà ai progetti che renderanno verdi mobilità e infrastrutture, soprattutto il sistema ferroviario. Quasi altrettanto (5,8 miliardi) sarà spesa per l'efficientamento energetico dei vecchi edifici. Si prevedono anche investimenti nell’idrogeno decarbonizzato e nell'aeronautica ‘verde’. I 10 miliardi del digitale andranno a preservare l'occupazione giovanile, la formazione e il sostegno dei disabili. Rispetto agli altri Paesi, presta maggiore attenzione alla coesione territoriale

GERMANIA - Berlino ha a disposizione 25,6 miliardi di euro di sovvenzioni, a cui ha deciso di aggiungere 4,1  miliardi di risorse nazionali, portando il totale del suo piano a 29,7 miliardi di euro. Ne spenderà la maggior parte (15 miliardi) sulla digitalizzazione. Cercherà di svilupparla in tutte le aree: dall'istruzione alla sanità, dall'industria alla pubblica amministrazione, economia in generale ed infrastrutture. Gli investimenti per la mobilità e le infrastrutture ‘verdi’ sono interamente focalizzati sullo sviluppo dell’elettrico. Attenzione anche per l'economia dell'idrogeno, col finanziamento della ricerca fino alla diffusione su vasta scala.

SPAGNA - Finora Madrid ha chiesto soltanto i 69,5 miliardi di finanziamenti a fondo perduto previsti per lei nel Next Generation EU, e più in là presenterà domanda anche per i prestiti. Il suo piano punta il 39% al verde e il 29% al digitale, tutto accompagnato da oltre 100 riforme. Gli investimenti per la mobilità e le infrastrutture ‘verdi’ sono rivolti allo sviluppo della mobilità elettrica e al trasporto pubblico, seguono energie rinnovabili, smart grid e idrogeno. Il capitolo più corposo (16 miliardi) è la digitalizzazione del tessuto industriale e delle Pmi, e in particolare il sostegno alla ripresa del comparto turistico e il rafforzamento dell'imprenditorialità. Ma altri 14 miliardi sono destinati all'agricoltura e all'agenda rurale, per combattere lo spopolamento di quelle aree.

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