Berlino – Un "duello-non duello" in onda in diretta sui quattro principali canali tv della Germania e una Merkel sempre più in testa nei sondaggi. A due settimane dal voto tedesco, i numeri per l'avversario della cancelliera tedesca, il leader del Partito socialdemocratico, Martin Schulz, sono sconfortanti. I rilevamenti commissionati dalle emittenti televisive pubbliche 5 giorni dopo il confronto televisivo parlano all'unisono: stando al Deutschlandtrend di Ard, l'Spd è al 21%. Per il Politbarometer della tv pubblica Zdf al 22%. Entrambi i valori sono sotto il record negativo di ormai 8 anni fa, quando, con Frank Walter Steinmeier, i socialdemocratici ottennero solo il 23% dei voti. In quest'ultimo sondaggio, l'Unione di Angela Merkel è al 38%. Al terzo posto competerebbero Linke, Liberali e Alternative für Deutschland, tutti al 9%. I Verdi seguono in coda con l'8%.

Le percentuali con l'ex presidente del Parlamento europeo sono severe, il match televisivo non gli ha fatto bene: secondo un sondaggio pubblicato dalla Zdf alla vigilia del confronto, la Cdu della cancelliera era al 39% delle intenzioni di voto, mentre l'Spd dell'ex presidente del Parlamento europeo al 24%. Dopo, è crollato di altri 2 punti percentuali. Martin Schulz, però, ha detto di voler combattere fino all'ultimo metro, ribadendo di puntare sugli indecisi. "I sondaggi, se dobbiamo proprio crederci, portano infatti una buona notizia", è il ragionamento del leader dell'Spd, "oltre metà degli elettori non sa per chi votare", ha detto, aggiungndo: "Si è visto chiaramente che c'è una persona che vuole amministrare il passato, e si chiama Angela Merkel. E una persona, che vuole gestire il futuro: e si chiama Martin Schulz". E c'è chi fa notare che molti voti, il 24 settembre, saranno puramente "tattici". I cosiddetti indecisi starebbero studiando la situazione, e sarebbero disposti a tradire il partito del cuore, mossi dalle ragioni - "politiche" - più varie.

A sentire i socialdemocratici, la colpa dell'insuccesso incassato al duello - un sondaggio lampo di domenica scorsa aveva subito mostrato il vantaggio di Merkel, risultata più convincente - sarebbe anche dei giornalisti: hanno posto domande che avrebbero favorito la cancelliera, privilegiando temi di politica internazionale e trascurando le sfide interne. Lo stesso motivo, che aveva indotto l'avversario a insistere per un secondo confronto, negato da Merkel. L'epilogo della partita sembra già scritto: la cancelliera vincente, e due possibili coalizioni, scrive Focus, una riedizione della Grösse Koalition, oppure un'alleanza dai colori Giamaica (Unione, Liberali, e Verdi).

MIGRANTI, TURCHIA, TRUMP E WELFARE AL CENTRO DEL DUELLO TV - Hanno duellato su Erdogan, che comunque entrambi vedono fuori dall'Europa, e sul tema migranti. Durante i 95 minuti di confronto, davanti a 4 giornalisti di emittenti tv - Maybrit Illner della ZDF, Sandra Maischberger di Ard, Peter Kloeppel di Rtl, e Claus Strunz di Sat 1 -, nell’unico duello televisivo prima del voto del 24 settembre, Angela Merkel e Martin Schulz sono riusciti anche a trovare punti in comune. Non si sono contate le volte in cui si sono dati ragione, citati, mostrati reciproco rispetto. Eppure la cancelliera (a caccia di un quarto mandato alla guida del governo tedesco) a tratti si è mostrata risoluta nel dissenso, se non addirittura risentita. "Se divento cancelliere interromperò i negoziati per l'ingresso della Turchia nell'Ue", ha detto il candidato dell'Spd. "Non rompo con la Turchia, per fare la gara a chi ha la posizione più dura", è stata la reazione piccata della cancelliera. "Un ingresso nell'Ue non l'ho mai visto, a differenza dei socialdemocratici che lo appoggiavano", ha aggiunto. Al momento "di fatto i negoziati non esistono", e comunque "per interromperli serve l'unanimità in Europa". Merkel ha annunciato che "si sta verificando l'opzione di rafforzare gli avvisi per i viaggi dei tedeschi in Turchia", dopo gli ultimi due arresti di cittadini tedeschi. Schulz ha controbattuto ancora: "Erdogan capisce soltanto il linguaggio che propongo io, quello di chi trae le conseguenze".

Schulz ha attaccato poi anche sui migranti: nel 2015 fu sbagliato aprire le porte della Germania senza consultarsi con i partner europei, ha detto. "In quel momento era necessario prendere una decisione", ha risposto Merkel.

Anche sulla Corea del Nord, Schulz ha mostrato i denti, rispondendo alla domanda se Trump sia il presidente giusto per risolvere la crisi con un chiaro: "No". "Non vedo una soluzione senza gli Usa", ha replicato Merkel . Che poi ha aggiunto: "Va detto con chiarezza che serve una soluzione diplomatica, pacifica" anche di fronte all'escalation delle ultime ore. "È una questione di guerra o pace", hanno concordato.

"Con me non ci sarà una pensione a 70 anni”, ha risposto a un'altra domanda Frau Merkel. "Meraviglioso! Finalmente una posizione chiara, mi fa piacere", è scattato Schulz, che ne ha approfittato per tornare sul cavallo di battaglia di queste elezioni: la vaghezza della cancelliera, che vira quando le serve. Il duello è però anche il momento per ridimensionare una critica che non era piaciuta a nessuno nelle scorse settimane: Schulz attaccò Merkel, definendo il suo stile politico un "attentato alla democrazia". "Non lo ripeterò, era una espressione forte. Il mio obiettivo era dire che una democrazia non si porta avanti su un vagone letto".

Poi il match è diventato più serrato: con domande a cui si poteva rispondere solo sì e no Merkel ha cercato sempre di spiegare la sua posizione, mentre, quando si è trattato di rispondere “bene” o “male” sull'incarico di Schroeder al colosso petrolifero russo, ha risposto "male", senza esitazione. Anche Schulz è stato costretto a farlo, pur rivendicando meriti storici all'ex cancelliere.

Stando a un sondaggio lampo di Ard, il risultato del dibattito è rimasto in linea con le aspettative: il 44% dei telespettatori hanno trovato la cancelliera "più convincente". A favore del candidato socialdemocratico ha risposto invece il 32%. In un rilevamento della Zdf, Merkel ha riscosso il 33% delle preferenze, Schulz il 24%.

TIMORE GROßE KOALITION - Il giorno dopo il dibattito sono fioccate metafore e similitudini. Un "duetto", una "vecchia coppia", come pazienti ad una "seduta terapeutica". A Berlino la fantasia si è scatenata. Ma tutti hanno concordato: quello fra Angela Merkel e Martin Schulz, in tv, "non è stato un duello". E la conseguenza è un timore piuttosto diffuso: quello di aver assistito alle prove generali di una nuova edizione della Grosse Koalition. Uno degli effetti del confronto fra gli aspiranti cancellieri è stato dunque il rilancio della corsa per il terzo posto, che sarà a sua volta decisivo per le alleanze future. Il tabloid che meglio di tutti riflette e orienta la "pancia" del paese, la Bild, si è espresso a chiare lettere, per bocca di uno dei conduttori politici più famosi della Germania, Guenther Jauch, che analizza: "Questo duello, che duello non era, ci ha mostrato cosa rischiamo: altri 4 anni di Grosse Koalition". L'ex-conduttore ha aggiuto: "Ma ci sono altri 4 partiti che supereranno la soglia del 5%. E chi è contro l'estrema destra e contro l'estrema sinistra ha ancora due possibilità. I milioni di persone che ancora non hanno deciso non sono stati aiutati da questo duello a decidere. Peccato". Della stessa opinione l'ex ministro della Difesa (quello che andò via per aver plagiato la tesi di dottorato, nel 2011, bollato dalla stampa mondiale come "copione"), Karl-Theodor zu Guttenberg, pronto a rientrare con l'appoggio del suo leader: "Ieri bisognava fare attenzione che i due non si abbracciassero, per annunciare la fusione dei due partiti popolari - ha detto -. C'era davvero da auspicare che al duello ci fosse qualcuno della Csu". "Sembrava una vecchia coppia di coniugi, che scricchiola, ma dove entrambi sanno che si deve continuare ad avere a che fare l'uno con l'altro", ha affermato il leader dei Liberali, Christian Lindner. Occasione, anche per lui, per spingere il proprio partito: "La partita per il primo e il secondo posto è già giocata. Perciò è così importante chi conquisterà il terzo posto". Dieter Bartsch, dei Verdi, sulla stessa scia: "Una seduta terapeutica fra alleati della grande coalizione". E per la destra populista di Afd "più che un duello è stato un duetto".

REAZIONE TURCHIA - Pronta è arrivata anche una reazione oltre confine, dalla Turchia, dove l'idea di Schulz di chiudere i negoziati per l'ingresso nell'Ue, assecondata, pur con qualche cautela, dalla Merkel, non è affatto piaciuta. "Osserviamo che le campagna elettorali dei leader politici in Germania e Austria sono contro la Turchia e volte a ostacolare il processo di adesione del nostro Paese all'Ue", ha riferito il ministro degli Esteri turco Mevlut Cavusoglu, denunciando la diffusione di un "approccio populista" che rischia di fomentare "xenofobia, razzismo e islamofobia". "Il dibattito è iniziato con la Turchia e finito con la Turchia", ha aggiunto, parlando di "populismo ai suoi picchi". Duro anche il ministro per gli Affari Ue e capo negoziatore di Ankara, Omer Celik: "Non accettiamo questi messaggi irrispettosi contro la Turchia". Nel frattempo, il governo tedesco ha rimandato al prossimo Consiglio europeo di ottobre, per sondare se si possa effettivamente arrivare alla chiusura delle trattative. Un tavolo a cui Merkel non ha mai creduto, ma a cui la Germania arriverà con un nuovo governo.

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