Bruxelles - Come ormai ampiamente atteso l'economia europea rallenta e così quella italiana, confermandosi ultima in classifica anche nelle nuove previsioni della Commissione Ue. Ma sull'Italia, oltre ai rischi globali come le tensioni commerciali con gli Usa, pesano anche quelli 'domestici' cioè la "riaccesa incertezza" sulle politiche del nuovo Governo. Bruxelles, insomma, comincia ad esplicitare i suoi timori ma allo stesso tempo lancia un'ancora a Roma con l'incontro di oggi tra il ministro all'Economia Tria e il commissario agli Affari economici Pierre Moscovici. Che però, di fronte alle intenzioni esplicitate da Tria al vicepresidente Dombrovskis di congelare l'aggiustamento dei conti per il 2019, per non compromettere la crescita, ha risposto scettico: "L'aggiustamento è indipendente dalla crescita".

La battaglia con Bruxelles sui conti pubblici è quindi ufficialmente aperta. Il premier Giuseppe Conte esclude una manovra bis ma ribadisce che il Governo vuole tenere in ordine le finanze, perché "non siamo una banda di scapestrati". Tria, garante con l'Europa di questo concetto, ha però spiegato a Dombrovskis che il Governo non farà nessun aggiustamento strutturale importante, perché rallenterebbe l'economia già in frenata. Una mossa che ha portato il presidente dell'Eurogruppo Mario Centeno a ricordare come lo stesso Tria, nella riunione di giugno, aveva assicurato il rispetto degli impegni con l'Ue. La "prima questione" per il ministro, però, è ora il ritardo sulla crescita. "Da dieci anni circa siamo un punto sotto al tasso di crescita europeo", quindi il problema è "chiudere questo gap", ha detto commentando le prime stime Ue con cui si confronta da ministro.

Bruxelles ha tagliato da 1,5% a 1,3% il Pil 2018 e da 1,2% a 1,1% quello del 2019, spiegando che "i rischi al ribasso sulle prospettive di crescita sono diventati più prominenti di fronte a una riaccesa incertezza di politiche a livello globale e domestico". E il "riemergere di timori o incertezze sulle politiche economiche", e le possibili conseguenze dello spread sui costi di finanziamento delle imprese, "possono peggiorare le condizioni del credito e zittire la domanda interna", finora principale traino della ripresa. Rischi elevati, insomma, che si aggiungono a un quadro già difficile perché, ricorda Moscovici, il rallentamento della crescita italiana è dovuto a "problemi strutturali di ieri, e non di oggi". In questa situazione, per il ministro Tria, è impossibile seguire le regole alla lettera e fare aggiustamenti di bilancio troppo ampi che rischiano di "accentuare il rallentamento della crescita". Concetto che ha comunicato a Dombrovskis, con il quale "il dialogo è del tutto costruttivo e collaborativo". Il ministro Luigi Di Maio suggerisce di andare oltre, chiedendo all'Europa di essere trattati "come Spagna e Francia che hanno finanziato per anni riforme per famiglie che fanno figli, avendo concessioni di bilancio". Tria assicura che con l'Ue non c'è alcun dissenso e che il dialogo è avviato. Si tratterà quindi di vedere come farà la Commissione a concedere nuova flessibilità, ora che le clausole sono tutte esaurite perché il precedente Governo aveva già fatto il pieno. E il richiamo che arriva oggi dalla Corte dei Conti Ue non aiuta la trattativa: i margini concessi erano "eccessivi", e l'hanno allontanata dagli obiettivi di risanamento. Per La Corte dei Conti servirebbero "norme più rigide per i Paesi fortemente indebitati" perché tutte le concessioni non hanno fatto calare il debito.

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