Roma - Tra il terzo trimestre 2014 e lo stesso periodo del 2017 i contratti di lavoro dipendente sono cresciuti di 1,2 milioni di unità con una prevalenza di quelli stabili (+837.000) rispetto a quelli a termine (+362.000). La fotografia è contenuta nella Nota trimestrale sulle tendenze dell'occupazione messa a punto congiuntamente dall'Istat, l'Inps, il ministero del Lavoro, l'Inail e l'Anpal che riporta i principali dati sul mercato del lavoro nel terzo trimestre del 2017. Nel periodo il tasso di occupazione è salito ancora raggiungendo il 58,1% con 2,7 punti in più rispetto al minimo toccato nel terzo trimestre 2013 (55,4%). "Prosegue - scrive la nota - la tendenza all'aumento dell'occupazione", determinata "ancora interamente dall'occupazione dipendente". Su 303.000 occupati in più rispetto al terzo trimestre 2016 rilevati dall'Istat, risulta che 402.000 in più sono dipendenti mentre gli indipendenti perdono 99.000 occupati. Il dato è particolarmente evidente se si guarda alle comunicazioni obbligatorie del ministero del Lavoro riferite solo al lavoro dipendente. Il saldo annuale sulle posizioni lavorative dipendenti (attivazioni meno cessazioni) è positivo per 482.000 unità (+75.000 il dato congiunturale). Sull'anno le posizioni lavorative in più a tempo determinato sono state 390.000 mentre quelli a tempo indeterminato in più sono state 92.000.

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La percentuale si ribalta se si guarda al triennio precedente alla rilevazione: anche grazie agli sgravi contributivi, il saldo dei contratti è stato positivo soprattutto per il lavoro dipendente (il 70% dell'1,2 milioni di contratti complessivi in più). La nota trimestrale conferma la crescita sostenuta del lavoro a chiamata determinata dall'abolizione dei voucher a marzo di quest'anno. Il numero dei lavoratori a chiamata o intermittenti nel trimestre è passato da 122.000 a 217.000 con un aumento del 77,9%. Si conferma anche la crescita degli occupati con più di 50 anni (+349.000 a quota 8,1 milioni) e dei disoccupati nella fascia più anziana. A cercare lavoro avendo superato la boa dei 50 anni sono ormai 547.000 persone con una crescita del 16,4% sul terzo trimestre 2016 (+76.000 unità). la crescita è legata a fattori demografici e alla stretta sui requisiti per l'accesso alla pensione.

 

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