BRUXELLES - Oltre 15.600 domande presentate per 8.420 posti in 1.043 strutture, pubbliche o private, in 581 comuni, che hanno spinto la Regione Lombardia a integrare con due milioni di euro le risorse dedicate al progetto, portandole in totale a 42,2 milioni di euro. Sono i numeri dell’anno scolastico 2019-20 che raccontano il successo di “Nidi gratis”, la misura della Regione co-finanziata dal Fondo sociale europeo che azzera la retta dell'asilo nido alle famiglie a basso reddito. Lanciata nel 2016 e giunta alla quarta edizione, l'iniziativa è stata citata tra gli esempi virtuosi nell’uso dei fondi strutturali all’interno dell'ultima relazione strategica della Commissione europea. Secondo i calcoli dell’Osservatorio Cittadinanzattiva, nell’anno scolastico in corso una famiglia lombarda con un bimbo al nido comunale spende 366 euro al mese, più della media nazionale di 303 euro. Lo scopo della misura di conciliazione vita-lavoro è di«aumentare l'accessibilità economica ai servizi per l'infanzia e invertire il trend emergente a livello nazionale e regionale, cioè la diminuzione delle iscrizioni ai nidi», ha spiegato l'assessore regionale alle Politiche per famiglia, Silvia Piani. Una scelta che, a giudicare dai numerosi messaggi di ringraziamento inviate agli uffici regionali delle mamme che hanno beneficiato di “Nidi gratis”, sembra aver pagato.

Quello di un ampliamento dell’offerta di asili nido è un obiettivo che l’Ue si è data fin dal 2002, quando stabilì che entro il 2010 gli Stati membri avrebbero dovuto fornire un’assistenza all’infanzia per almeno il 33% dei bambini di età inferiore ai 3 anni. Un obiettivo che quasi un decennio dopo, nonostante la media Ue sia del 34%, non è ancora stato raggiunto nella metà dei 28 Paesi. L’Italia è fra questi, con una media nazionale del 24,7% (Istat 2017) ma con grandi differenze fra il nord e il sud. Anche grazie a “Nidi gratis”, il dato della Lombardia tocca il 29,5%. Tuttavia al Sud e nelle Isole la copertura è ancora ferma fra 12,3% e 13,5%. In Italia molti i progetti co-finanziati dai fondi strutturali che hanno permesso di costruire, ampliare o ammodernare asili nido. Ciononostante, c’è ancora tanto lavoro da fare.

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