Roma - Hanno toccato quota 85.183 i migranti sbarcati nel 2017 in Italia, il 10,8% in più rispetto al 2016, secondo i dati diffusi dal Viminale. In testa alle nazionalità di chi è arrivato sono sempre i nigeriani (14.504), seguiti da bengalesi (8.268), guineani (7.844) e ivoriani (7.455). I minori non accompagnati arrivati in Italia nel 2016 sono 9.761.

Migranti-infografica.jpg

È la Lombardia ad ospitare la maggiore quota di migranti (13%), seguita da Lazio e Campania (9%), Piemonte, Emilia-Romagna e Veneto (8%). I richiedenti asilo trasferiti in altri Paesi europei secondo il principio dei ricollocamenti sono 7.396; 2.946 sono stati accolti dalla Germania, in cima alla lista dei Paesi che hanno aperto le proprie porte ai rifugiati di Italia e Grecia.

FullSizeRender-1.jpg

In risposta a questi numeri, l'Ue si dice pronta a dare segnali della propria solidarietà all'Italia con un piano d'azioni molto concrete da mettere in campo immediatamente, e sostiene l'iniziativa dell'Italia sul codice di condotta per i salvataggi delle organizzazioni non governative, ma l'ipotesi di far sbarcare i migranti soccorsi nel Mediterraneo centrale nei porti di altri Stati membri sembra non trovare spiragli. Parigi e Madrid hanno subito fatto sapere di essere contrari alla richiesta. Il premier Paolo Gentiloni ha però avvertito a sua volta che la condivisione Ue "è necessaria" per l'Italia "per evitare che i flussi diventino insostenibili alimentando reazioni ostili nel nostro tessuto sociale".

"Le indicazioni di cui disponiamo non denotano un rallentamento" dei flussi migratori, e "questo significa che un più ampio numero di persone potrebbe continuare a provare di lasciare il Paese tramite la rotta del Mediterraneo centrale", ha spiegato l'inviato speciale dell'Unhcr per il Mediterraneo centrale, Vincent Cochetel.

Arrivi-3-luglio-giusta.jpg

Un 'no' pesante dei partner Ue alla richiesta italiana di aprire gli altri porti europei per condividere la pressione dei migranti salvati nel Mediterraneo centrale è arrivato poi dal meeting tra i ministri degli interni dell'Ue a Tallinn, in Estonia. Due promesse sulla Libia e sui rimpatri, e un 'mandato' a lavorare al codice di condotta per le ong di concerto con Bruxelles è il solo bagaglio con cui il capo del Viminale Marco Minniti è ripartito da Tallin. Nonostante il muro eretto dai 28, Minniti ha comunque annunciato che sulla questione dei porti, la cosiddetta 'regionalizzazione', non è stata ancora detta l'ultima parola.

A dare la misura di quanto l'ipotesi italiana sia pressoché una 'mission impossible' è la sfilza dei 'no' arrivati uno dopo l'altro da vari Stati membri, con la Germania in testa, dopo quelli già espressi da Parigi e Madrid. "Non sosteniamo la cosiddetta regionalizzazione delle operazioni di salvataggio", ha chiarito secco il ministro tedesco Thomas de Maiziere, animato dal timore che l'iniziativa possa dare il via ad un nuovo 'pull factor' (effetto attrazione). "Aprire più porti non risolverà il problema", ha avvertito anche l'olandese Stef Blok. "E' difficile pensare di dire a una nave con a bordo migranti sofferenti di andare mille miglia più avanti", ha indicato invece il lussemburghese Jean Asselborn. "L'Italia ha chiesto aiuto e noi vogliamo dargliene, ma i nostri porti sono già sottoposti a una pressione importante", ha concluso lo spagnolo Ignacio Zoido. Lo stesso commissario Ue Dimitris Avramopoulos non ha nascosto che "l'obiettivo di Triton così com'è attualmente, è chiaro". Anche se "serve più lavoro all'interno dell'Ue e con i vicini nordafricani per condividere il peso e assicurare che l'Italia non sia lasciata sola".

L'unanimità dei ministri europei - come dimostrato dalla dichiarazione della presidenza estone del consiglio Ue - si è vista invece sull'impegno a lavorare con l'Africa, a partire dalla Libia. Un intervento non scontato, data la situazione di instabilità. Ma di fronte ai progressi compiuti grazie al ruolo dell'Italia, si è deciso di investire risorse e impegno politico per rafforzare la guardia costiera libica sul controllo delle proprie acque territoriali; accrescere la presenza delle agenzie Onu, Oim e Unhcr, per migliorare le condizioni nei centri d'accoglienza; e rafforzare la frontiera sud della Libia, anche trasformando le potenzialità delle tribù per formare una moderna guardia di frontiera. Un lavoro collegato al rapporto costruito con Niger e Ciad, che completano la cintura meridionale della Libia.

 {
 "excerpt": "I nigeriani i più numerosi, i minori non accompagnati sono 9.761. L'Ue è al lavoro su nuove misure",
 "creationDate": "2017-07-03",
 "permalink": "https://ednh.news/it/85-183-migranti-sbarcati-in-italia-francia-e-spagna-contrarie-ad-aprire-i-porti/",
 "language": "it",
 "categories": "Migranti",
 "media": "Infografica",
 "imageFeatured": "https://ednh.news/wp-content/uploads/2017/07/tibuzzie_20170605172347369.jpg",
 "status": "publish",
 "authorId": "7",
 "author": "ansa"
}